Perché tutti i nerd dovrebbero leggere Neal Stephenson

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Ho deciso di uscire un po’ dagli schemi del nostro blog e per una volta parlarvi di un personaggio che non ha niente a che fare con il cinema o la tivvù, semplicemente perché è il mio autore preferito e perché posso postare un po’ quel cazzo che mi pare.

Neal Stephenson è sicuramente uno scrittore eclettico e poliedrico, ma, senza timore di smentita, lo si può tranquillamente catalogare sotto Speculative Fiction come genere. Non è il più prolifico come autore, almeno nel senso di numero di libri scritti, ma quando parte non lo si ferma più. Ai tempi di The System of The World, mi immagino editor sudati e con i capelli ritti a tenere in ostaggio i figli di Stephenson sopra fosse piene di lava per farlo finalmente terminare la storia al terzo mattone da mille pagine. Non ha sicuramente paura di dilungarsi, ma non appesantisce mai e tutto è decisamente sempre troppo interessante per tagliarlo.

Quando scrivo che è eclettico, non è così per dire, con ogni libro sai sempre che ti ritroverai un trattato della sua ultima passione; che sia la fisica delle fruste o lo Swarm Tactic di Seveneves o la criptologia di Cryptonomicon o gli albori della scienza moderna di System of the World, si vede che ha studiato la materia a fondo e non butta le cose a casaccio giusto per fare scena. Ha ambientato le sue storie in ogni periodo e universo possibile: da fine anni ’80 alternativi a near future fra un paio di anni a universi paralleli da mito della caverna platonico.

Quando penso allo stile di scrittura di Neal non riesco a non pensare alla prima decina di pagine di Snow Crash e di come mi fecero innamorare di lui. Mi fremono le gonadi solo a pensarci. Ancora oggi non esiste passaggio letterario che lo superi.

“The Deliverator belongs to an elite order, a hallowed subcategory. He’s got esprit up to here. Right now, he is preparing to carry out his third mission of the night. His uniform is black as activated charcoal, filtering the very light out of the air. A bullet will bounce off its arachnofiber weave like a wren hitting a patio door, but excess perspiration wafts through it like a breeze through a freshly napalmed forest. Where his body has bony extremities, the suit has sintered armorgel: feels like gritty jello, protects like a stack of telephone books.”

[“Il recapitator appartiene a un ceto privilegiato, a una sotto-categoria onorata. Al momento è di buon umore. Si sta preparando a eseguire la sua terza missione della notte. L’uniforme, nera come carbone attivo, filtra persino la luce dall’aria. Una pallottola rimbalzerebbe sulla sua corazza di aracnofibra come uno scricciolo contro il portone di un patio, ma le zaffate di sudore la trapassano come brezza in una foresta appena napalmizzata. In corrispondenza delle estremità ossute del corpo, la sua tuta è munita di rinfor-gel sinterizzato: addosso fa l’effetto di una gelatina granulosa, ma protegge come una pila di guide del telefono.” Traduzione: Paola Bertante]

Il ritmo, le veloci metafore, è come un film dal montaggio serratissimo, come certi passaggi di The Snatch o di Hot Fuzz. E’ uno stile che non prende ostaggi o guarda in faccia nessuno, va dritto al punto. E’ come se Stephenson fosse perennemente avvolto dalle fiamme quando scrive e non si possa alzare a spegnerle finché non ha finito il capitolo, quindi batte sulla tastiera in maniera concitata e rabbiosa. Assolutamente meraviglioso. Sono frasi definitive, senza possibilità di appello. Ogni virgola un colpo di pistola, ogni punto un pugno in faccia. E come ho detto, va avanti così per una decina di pagine. Senza. Alcuna. Tregua. Arrivi alla fine con il fiatone e sudato.

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Eccomi a studiare il testo in maniera religiosa

Ovvio che non tutti i suoi libri siano dei capolavori, ma si trova sempre qualcosa per redimerli, anche perché il peggior libro di Stephenson è come il capolavoro di una vita di molti altri autori che vendono di più. Ad esempio l’ultimo, Seveneves, è forse quello che preferisco meno, ma cazzo se è immaginativo e interessante lo stesso. Come anche i suo primo paio di romanzi, decisamente giovanili, ma sempre con una marcia in più.

Parliamone allora di questi libri, magari una selezione, che non è che posso stare qua tutto il giorno. Per una lista completa potete sempre consultare la sua pagina wikipedia qui. Cercherò di dirvi se i libri sono stati tradotti e se sono disponibili sul mercato italiano – in pratica farò una ricerca su amazon e vaffanculo.

Snow Crash – 1995

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Come ho già detto, Snow Crash è il libro che mi fece innamorare di Stephenson, e ringrazierò per sempre il mio amico Stefano che me lo consigliò con la semplice premessa: “C’è un samurai che consegna pizze per la mafia, cazzo.” come dire di no?

Snow Crash è però molto altro. Il tema del libro è sicuramente l’Hacking, non semplicemente di sistemi informatici, anche di cervelli. L’ambientazione è un fine anni ’80 alternativo, molto più tecnologico e dove i governi hanno fallito e tutto è in mano alle corporation. Tutto è un franchising, dalle zone residenziali alle autostrade. La Mafia e gli spacciatori colombiani (Narcolombia) sono solo altre corporation con i loro cartelloni pubblicitari e le loro filiali nel centro commerciale più vicino. La internet è una cosa in 3D tipo Second Life dove tutti vanno a divertirsi e a lavorare.

Il protagonista è Hiro Protagonist (ovvio, no?) un hacker, spadaccino e agente di intelligence freelance che consegna pizze a domicilio per le pizzerie da asporto di Enzo, il capo della corporation della Mafia. E’ il classico pezzente dalle grandi potenzialità. Grazie all’incontro con Y.T., una ragazzina quindicenne che, quando non va a scuola, fa il corriere su skateboard agganciandosi alle macchine che passano, Hiro verrà a conoscenza di intrighi e complotti che lo porteranno a confrontarsi con un Inuit di due metri che va in giro con una moto con una testata nucleare nel side-car.

Il tema, come detto sopra, è l’hacking. Si parte con Hiro con l’hacking informatico, ma poi si passa alla proto-linguistica e rivisitazioni del mito della Torre di Babele e all’hacking del cervello, il tutto farcito da combattimenti con la katana e inseguimenti in moto.

Il libro è pieno di passaggi memorabili, personaggi straordinari e idee meravigliose e deve assolutamente essere letto da chiunque si definisca nerd, geek o appassionato di fantascienza.

Snow Crash è stato tradotto ed edito in italia da BUR nella collana 24/7 e su Amazon dicono che è disponibile qui. [Come per tutti gli altri libri, io consiglio la lettura in originale, ma se non ci avete le competenze linguistiche, leggete come più vi viene comodo]

Cryptonomicon – 1999

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Cryptonomicon è il primo libro che si può definire maturo di Stephenson ed è di una complessità magistrale. Il tema è la crittografia e l’ambientazione si divide tra seconda guerra mondiale e i giorni nostri (inteso come data di pubblicazione, cioè fine anni ’90 inizi 2000). E’ il primo vero e proprio mattone che pubblica – arriviamo a 918 pagine nella prima edizione a copertina rigida in inglese – ma non sarà l’ultimo ed è ti talmente ampio respiro da trascinarti senza problemi da trattati sulla crittografia bellica a quella finanziaria e delle comunicazioni moderne.

I protagonisti sono tre. Uno nell’ambientazione contemporanea: Randy Waterhouse, un programmatore / hacker che, come Hiro di Snow Crash, vive al di sotto delle sue potenzialità, e che trascinato dal suo amico e socio in affari Avi vivrà avventure tra la California e le Filippine per creare il primo vero e proprio Data Haven e farci i soldi. I due protagonisti nell’ambientazione bellica sono Lawrence Pritchard Waterhouse, nonno di Randy e matematico e crittografo, e Bobby Shaftoe, sergente dei Raider Marines. Lawrence è un proto-nerd, socialmente incapace e geniale nelle sue aree di interesse, Bobby è un fottuto eroe.

Le tre storie si intrecciano in continuazione e nella parte sulla seconda guerra mondiale spuntano personaggi storici come Turing, MacArthur e Donitz. Molto avvincente e interessante la parte sulla crittografia bellica dove Lawrence crea un unità per confondere le acque ai tedeschi e non fargli capire che hanno effettivamente crackato Enigma. Anche tutta una serie di disquisizioni sulla statistica è avvincente.

Lo stile è ancora molto simile a quello di Snow Crash, anche se meno rabbioso ed estremo. Anche qui però l’incipit con la presentazione di Lawrence Waterhouse fa partire il libro con il botto e lo si leggerebbe tutto di un fiato se non fosse che ti cadrebbero gli occhi dalle orbite intorno a pagina 300.

Amazon dice, e wikipedia conferma, che il libro è stato edito in italia (la bellezza di 1164 pagine) ma purtroppo non è disponibile. Guardate e piangete. Tocca prenderselo in inglese e sucarselo così. Ecco.

Baroque Cycle – 2003/2004

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Il ciclo Barocco, che comprende 3 bei volumi da 900 pagine cadauno, è il definitivo vaffanculo di Stephenson alle vostre diottrie. Non ci ha neanche più provato a contenersi. L’ambientazione parte intorno alla metà del 1600 e arriva fino a 1700 e rotti e ha come tema la nascita della scienza moderna. Questa trilogia è sicuramente la cosa più complessa scritta da Neal – facile quando si hanno quasi 3000 pagine su cui lavorare – ma è di nuovo avvincente dalla prima pagina.

Il tutto parte da Quicksilver, edito nel 2003, dove ritroviamo subito nomi che riconosciamo da Cryptonomicon, c’è un certo Daniel Waterhouse, figlio di un predicatore puritano e scienziato in erba, e c’è un Jack Shaftoe, mezzo criminale e mezzo mercenario. Li seguiremo anche nei volumi seguenti: The Confusion (2004) e The System of the World (2004); insieme a una pletora di personaggi secondari che neanche la Bibbia o Game of Thrones. Vogliamo poi farci mancare personaggi storici? Macché, ci abbiamo Newton, Leibniz, Hooke e Luigi XIV, giusto per buttarne lì qualcuno. Si riconoscono anche altri nomi da Cryptonomicon tipo Enoch Root, che, anche se non viene mai detto esplicitamente, pare essere proprio lo stesso personaggio.

E se pensate che leggere una trilogia storica sugli albori della scienza moderna possa essere noioso, vi sbagliate di grosso, belli. E non solo perché c’è tutta la parte di Shaftoe che non riesce a fare mezzo passo senza fare incazzare qualcuno e combatte attraverso mezza europa, mezzo medio oriente e mezza asia. Stephenson riesce a rendere accattivante anche l’argomento più noioso come l’ottica o come il trasformare il piscio in esplosivi.

Lo stile rimane quello di Cryptonomicon, sempre un po’ seduto rispetto a Snow Crash, ma comunque riconoscibile. Da punk è diventato jazz.

Per quanto riguarda edizioni italiane del Ciclo Barocco, temo ve la prendiate un po’ nel culo. I primi due volumi sono stati pubblicati come Argento Vivo e Confusione, ma uno non è disponibile e l’altro viene 100 euri usato. Il terzo pare che non ci abbiano neanche provato, mollando il tutto a cazzo. Mi spiace.

Anathem – 2008

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In Anathem, altro mattone da quasi mille pagine – Neal non riesce a fare neanche una lista della spesa in meno di 400 – Stephenson riprende in chiave fantascientifica il Mito della Caverna di Platone (vi ho messo il link della pagina di Wikipedia così potete fare i fighi con gli amici) ambientando il tutto sul pianeta Arbre, un ambientazione dalla lunga storia e dove gli scienziati e i filosofi si sono rinchiusi in monasteri e non hanno contatti con il mondo esterno se non a intervalli decennali o secolari.

Il protagonista e narratore è Fra Erasmas, uno di questi monaci scienziati, e lo seguiremo mentre il suo mondo viene sconvolto dall’arrivo di qualcosa in orbita al loro pianeta. E’ sicuramente interessante l’ambientazione creata, e si segue con molta cura cosa voglia dire essere uno scienziato quando si hanno a disposizione solo il proprio cervello e carta e penna. Molte sono le disquisizioni su geometria e astronomia, ma soprattutto sul significato di coscienza e percezioni. Si nota molto anche la passione di Stephenson per le meccaniche orbitali, cosa che approfondirà in seguito anche in Seveneves.

Anathem è sicuramente il libro più lento della sua bibliografia, e la prima persona non gli si addice particolarmente e di conseguenza lo stile ne risente. La storia un po si trascina per questo, ma resta comunque molto interessante e lo stile si scioglie parecchio quando si tratta di descrivere l’azione.

Il libro è seguito da un essenziale glossario di tutta la terminologia nuova che Neal si è inventato all’uopo. Ci sono più idee in questo libro che in uno brainstorming in manicomio.

Per una volta ci va di culo anche per quanto riguarda la pubblicazione italiana. Ci ha pensato Rizzoli che lo ha diviso in due pezzi e pubblicato in copertina rigida e per ebook. La prima parte è stata titolata Anathem: Il pellegrino e lo trovate qui a ben 0.99 euri. La seconda parte, Il nuovo cielo, è qui ad altrettanto dinero. In copertina rigida pare ci sia solo la prima parte qui a 16 euri. Abboffatevi gente, non fatevelo sfuggire.

Reamde – 2011

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Con Reamde ritorniamo ad una ambientazione contemporanea in un techno-thriller che spazia tra i MMORPG, il contrabbando di marjuana, la mafia russa, il terrorismo islamico e anche su come creare una ambientazione fantasy con coerenza interna linguistica e geologica. Il tema maggiormente trattato è sicuramente quello dei gold farmers, quei professionisti dei videogiochi online, soprattutto cinesi, specializzati nel vendere ad occidentali i soldi virtuali dei vari giochi.

Il protagonista è Richard Forthrast un ex-contrabbandiere che ha creato un MMORPG – gioco di ruolo online tipo World of Warcraft – chiamato T’rain che ha avuto un grande successo anche perché di partenza supporta il lavoro dei gold farmers. La storia segue Richard mentre cerca di salvare la nipote Zula, rapita dalla mafia russa per colpa di un virus informatico (chiamato Reamde dall’errore di battitura di ReadMe) creato da una banda di ragazzini cinesi che a loro insaputa sono vicini di casa di un terrorista talebano. Insomma, è un bel casino.

Il libro è di nuovo meravigliosamente complesso, ed essendo tornati ad un terza persona onniscente, lo stile ne guadagna. Ricorda molto Cryptonomicon, sia come è scritto, sia come si salta da un protagonista all’altro in continuazione.

E’ decisamente trascinante nella lettura, soprattutto dalla metà in poi, che è praticamente un lunghissimo inseguimento attraverso mezzo mondo dalla Cina al Canada. E’ un piacere per gli occhi ed è molto difficile da mettere giù una volta cominciato.

Abbiamo anche una pubblicazione italiana grazie a Fanucci, anche se a leggere i commenti su Amazon, l’hanno fatta un po’ sporca. Tanto per cambiare è stato diviso in due, anche se non avevano pensato di menzionarlo nella pubblicazione della prima parte, e pare che abbiano tralasciato l’ebook per la seconda parte, mettendo in commercio solo la copertina rigida. Potete trovare la prima parte Gioco Mortale (titolo del cazzo) qui, e la seconda parte Guerra Assoluta (titolo più del cazzo) qui.

Seveneves – 2015

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Come ho già scritto sopra, Seveneves è forse il romanzo che meno preferisco, ma rimane comunque una validissima lettura. Si parte da una ambientazione near-future per concludere il tutto 5000 anni nel futuro. Le passioni del momento sono la fisica delle fruste, i pendoli, gli swarm tactics, le meccaniche orbitali e, perché no, un po’ di genetica.

Il casino inizia quando un agente esterno non ben definito, pensa bene di scassarci la luna creando una nuvola di meteore e asteroidi che infuocheranno la terra, oscureranno il cielo e renderanno difficile vedere Sky in tivvù. I primi tre quarti del libro seguono gli sforzi di creare una società umana in orbita con abbastanza diversità genetica da assicurare la continuazione della specie, l’ultimo quarto ci dice come è andata a finire 5 millenni dopo.

Non ci sono i guizzi stilistici dei migliori libri precedenti e i personaggi poco accattivanti non aiutano a renderlo il titolo migliore di Stephenson e il tutto si trascina un po’.

In italiano ancora non è stato pubblicato, almeno non ancora, quindi se si vuole leggere bisogna per forza buttarsi sull’inglese e visto che è ancora piuttosto nuovo anche il prezzo ebook è ancora altino.

Non fatevi ingannare dalla mia caghineria, solo perché Stephenson mi ha viziato con capolavori non vuol dire che Seveneves non sia un buon libro, lo è sicuramente ed è molto leggibile, ma non all’altezza degli altri.

 

Insomma…

Qui si conclude la mia selezione di romanzi, ce ne sono altri, come anche diversi progetti a cui ha partecipato, ma i più importanti sono sicuramente questi. Se avete fatto attenzione ai temi trattati potete capire perché dico che un nerd che si rispetti debba aver letto Stephenson. La portata e l’ambizione dei suoi interessi e passioni in ambito scientifico, tecnologico e filosofico sono immensi e ci sono migliaia di idee da cui prendere spunto per imparare e informarsi di più. Neal Stephenson è un sognatore con i piedi ben piantati nella scienza e nel possibile ed è questo che rende ancora più straordinari i mondi che immagina.

Io non posso consigliarlo di più.

 

P.S.

Non mi sembrava giusto non citare almeno in breve altri lavori, quindi eccoli qua:

  • The Big U (1984) – Romanzo decisamente giovanile ambientato in un college. Lo stile si riconosce anche se molto acerbo ancora
  • Zodiac (1988) – Thriller ecologico, ecoguerrieri e cose così
  • The Diamond Age: or a young lady’s illustrated primer (1995) – possibile seguito di Snow Crash di cui riprende certe tematiche
  • Mongoliad (2010 – 2012) – Progetto di scrittura collettiva sul web ambientato durante l’invasione mongola dell’europa. Passione del momento era la spada medievale.
  • Project Hieroglyph (2011 – 2014) – Progetto di scrittura collettiva e workshop letterario sulla fantascienza ottimista o di grande respiro da cui è stato pubblicato una raccolta di racconti nel 2014